Tipografo tedesco. Chiamato a Subiaco dal
cardinale Giovanni Torquemada, ebbe il merito di introdurre l'arte della stampa
in Italia (1465), pubblicando, insieme con A. Pannartz, tre volumi,
il
De oratore di Cicerone (1465), le opere di Lattanzio (1465), il
De
civitate Dei di sant'Agostino (1467), ritenuti i più antichi
incunabuli italiani. Trasferitisi a Roma nel 1467, i due tipografi diedero alle
stampe le
Epistulae ad familiares di Cicerone (1467), una serie di
classici italiani (1468-73), nonché un commento alla Bibbia di
Niccolò di Lira (1471-72). Nel 1473
S. si separò dal socio,
occupandosi dell'incisione delle carte della
Cosmografia di Tolomeo
(Magonza ? - Roma 1477).